“Poco tempo è passato dalla morte di Giulia Cecchettin e siamo qui oggi per dirci che non c’è niente da festeggiare, molto invece da ricordare.
Le donne uccise dall’inizio dell’anno sono già moltissime, solo nel 2023, 120. Un elenco che si allunga ogni giorno, come quello dei morti sul lavoro.
Finché le donne non saranno finalmente libere e non solo economicamente, di scegliere come vivere, rispettate e amate, e di dire di no, non ci sarà mai una vera libertà e parità.
Ad ogni femminicidio tutti inorridiscono, tutti dicono basta, mai più. Ma non avviene, le donne continuano a morire per mano di chi le ama, per uno sbagliato senso di possesso patriarcale.
Spesso morendo lasciano figli che cresceranno con fantasmi nella mente che, purtroppo, se non seguiti e curati, porteranno a vite infelici e tormentate.
Solo pochi mesi fa dicevamo basta, basta stare in silenzio, facciamo rumore facciamoci sentire e oggi siamo qui per farlo, per farci sentire.
Non dobbiamo arrenderci, dobbiamo continuare a pretendere che i valori della società cambino, che i ragazzi vengano istruiti al rispetto delle scelte altrui, soprattutto in amore; pretendere tutele giuridiche, sostegni economici che consentano di andarsene con i figli da un rapporto malato e pericoloso. Lavoriamo con le scuole, lavoriamo per il futuro.
Vero, alcuni passi sono stati compiuti, alcune norme adottate, ma non bastano. Non è possibile parlare delle donne solo quando i delitti avvengono.
Impegniamoci tutti e tutte, donne e uomini, insieme saremo più forti”.